Archivio per 10 Maggio 2009

Opinionista beffarda. Diciottesimo

La domenica, giorno (volendo) di relax e riflessioni, il nostro blog ospita le “opinioni” di Gianfranca Fra: considerazioni tra il serio e l’ironico.
Al giorno d’oggi va sempre più di moda la professione di Opinionista; ne sono pieni i “parterre” di qualunque trasmissione televisiva e persino un insulso giovanotto vincitore di un reality ha annunciato che il sogno della vita sua è quello di diventare Opinionista.
La simpatica, vispa signora che aveva raccolto le proprie esperienze in un libercolo intitolato “Il bambino stimolato” al fine di attirare l’attenzione sull’infanzia ipercinetica, ha deciso di continuare la sua attività.
Nel senso di prendere uno per uno argomenti di attualità e sviscerarli, indagarli e tirarci fuori il comico e il tragico.
Come in tutte le cose della vita.
Materiale ce n’è da vendere.
Ci vuole sempre una personalità con spirito acuto.
E lei ci riprova.
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Era da un po’ che non si sapeva più nulla dei bambini stimolati!
Già, stavano crescendo, come tutti, andavano al liceo, scelto in base ai vecchi criteri usati fin dalle materne, anzi, con maggiore esigente severità da parte dei genitori; si abbigliavano, poco per volta, scoprendo vieppiù natiche, addomi, o entrambi.
Qualcuno aveva il motorino, altri facevano sport in modo assatanato, c’erano i debiti e i crediti, le vacanze in Inghilterra/Irlanda “per la lingua”. Viaggi sempre più istruttivi, (viaggiare è alla base della cultura moderna!) viaggi sempre più liberi dalle famiglie ansiose di “renderli indipendenti, che si sveglino un po’!” (ma fino a quando gli tagliavate la pizza nel piatto?) e di fornire alla progenie ogni mezzo di equiparazione alla massa circostante.
I genitori, quando si incontrano, si narrano i fatti salienti della vita dei figli e degli amici dei figli con il tono di “cosa ci tocca vedere!”.
Ma chi vi obbliga?
A proposito.
Prima o poi si arriva a quell’Evento Epocale che è il raggiungimento della maggiore età e che oggi coincide con il diciottesimo compleanno.
In quell’intorno si aggiungono anche la patente di guida e l’esame di maturità.
Ce n’è di che da fare andare in tilt fior di famiglie.
Dicevamo, maggiore età: come prima cosa il fanciullo/a si firmano le giustificazioni per la scuola, in questo modo il genitore perde quel poco di controllo che ancora deteneva sui movimenti diurni del figlio.
Diurni perché ormai la notte è sua, del figlio/a, cioè, il quale ormai entra e esce da casa come e quando vuole. Possibilmente tardi.
La patente è cosa routinaria, e la si prende prima possibile così “almeno si può piantarla con le sveglie alle tre di notte per andarli a recuperare alle varie feste/discoteche”.
Qualche madre si fa cogliere da patemi vari, ma tutto si supera.
Dunque resta da affrontare il diottesimo compleanno.
Detto “il diciottesimo” tout court.
Da sempre la festa dei diciotto anni segnava l’ingresso in società di fanciulle in fiore, le quali, in caso, potevano barattare la festa in abito bianco con la “Cinquecento” nuova.
I maschi la sfangavano con la festa e gli arrivava ugualmente la vettura fresca fresca di concessionario.
Già, se le ragazzine ogni anno facevano una festicciola per il compleanno, i ragazzi non erano così vincolati: con la terza media quasi sempre la cosa moriva da sé.
L’era moderna invece ha coinvolto anche il genere maschile nelle frivolezze dei festeggiamenti mondani.
Le feste di compleanno sono diventati serata in pizzeria, con tutta la classe più altri amicucci, sosta al pub dopo la pizza, trasferimento in discoteca a tarda ora, cioè, quando sembra “decente andare a ballare”: mezzanotte. Questo iter non è vincolato dal sesso di chi lo pratica, quindi va bene per maschi e femmine.
L’abbigliamento è libero, il regalo pure, una cosa senza fronzoli.
Tutt’altro impegno di forze è richiesto dalla festa per il “diciottesimo”.
I più informali la organizzano in una bocciofila, nel giorno di chiusura. Gente semplice.
Quelli che invece fanno tutto per bene dovranno iniziare almeno tre mesi prima al fine di:
Trovare un amico/a con cui dividere la festa (e le spese: che pitocchi!)
Cercare e trovare un locale acconcio.
Concepire e far stampare da una tipografia i cartoncini di invito. Scrivere gli indirizzi, presi da una lista ben ponderata. Spedirli per posta.
Sottolineare l’eleganza dell’evento con le solite frasi RSVP e soprattutto, ABITO SCURO.
Molto probabilmente ormai più nessuno cade nello sconforto per il fatto che un diciottenne normale non possiede l’abito scuro (e magari nemmeno il padre, sempre che siano simili di corporatura): a tale scopo la città offre posti che affittano per modiche somme ogni cosa utile, scarpetta compresa. Nessuna scusa, dunque.
Certo che però, dato che per tutto il resto dell’anno vanno in giro col culo di fuori, sembra un po’ una forzatura tutta questa eleganza così formale. Ma non c’era stato il ’68?
Vabbè, abbozziamo e passiamo oltre: regalo.
Cosa donare a pupattoli che sicuramente hanno tutto quanto prescritto dalle moderne tendenze, must e non?
Idea: potrebbero, i festeggiati, allo scopo di togliere un pensiero fastidioso a chi di dovere, fare una lista di regali, come gli sposi: boutique, negozi di oggetti tecnologici (un PC portatile? Mettiamolo!), magari in un concessionario di auto o moto, specificando che ognuno potrebbe mettere una cifretta al fine di raggiungere il “quorum” per il veicolo desiderato: avanti, c’è da scegliere!

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